mercoledì 16 marzo 2016

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Richard Powers - Il tempo di una canzone - 2003

La macchina protagonista del romanzo "Il tempo di una canzone" di Powers è una macchina speciale, ovvero la macchina stato-società statunitense. Sul blog tenuto dal prof. Marchis è possibile trovare diversi post riguardanti alcun filosofi che hanno interpretato la stato come una macchina. Io stesso ho accennato alla definizione di alcuni sociologi di "Mega Macchine sociali" i cui componenti sono gli esseri umani. In diversi punti del libro è possibile riconoscere l'importante ruolo che la macchina stato-società statunitense ha nella vita dei protagonisti.

Un aspetto in particolare è quello più evidente. Parte delle energie di uomini e donne che muovono la macchina sociale "Stati Uniti d'America" viene spesa per alimentare i diversi meccanismi della discriminazione verso i neri e del privilegio dei bianchi. I protagonisti ne vivono le contraddizioni e le ingiustizie sulla propria pelle in quanto figli di una coppia mista che ha deciso di educarli come se le razze non esistessero (ed è così biologicamente, ma purtroppo socialmente avevano un peso ancora rilevante), sebbene negli anni in cui è ambientato il romanzo, tra il 1939 e il 1992, il fattore "razza" fosse molto sentito nella società americana.

Il libro è costellato di presenze di questa macchina. Estrapolo le citazioni più interessanti per comprenderne sommariamente la natura. Qui viene esplicitato l'effetto della macchina:
 "La Kerner Commission pubblicò i risultati della sua indagine sulla violenza nel paese:"la nostra nazione sta procedendo verso una divisione in due società, una bianca e una nera, separate e diseguali"


Si tratta di una macchina "termodinamica" che impiega energia per svolgere un lavoro nel tentativo (per lo più vano) di invertire la freccia del tempo nella diffusione della "negritudine".
Nella parte finale del libro infatti si spiega:
    " << Ipodiscendenza. Conosci questa parola?>>. Annuii. Ero figlio di quella parola. << Significa che il figlioi di mezzosangue deva appartenere alla casta inferiore.>> Ruth imboccava il piccolo Robert con un cucchiaio e con l'altra mano muoveva l'aria. <<Significa che i bianchi non possono proteggere la loro proprietà rubata, né distinguere chi ha la proprietà da chi è di proprietà, tranne che attraverso la razza pura. Sono puri fatti e finiti. Pura invenzione. Una goccia? Una goccia, tornando indietro il più possibile? Tutti i bianchi in America lo sono per caso.>> Rifletté un istante. <<Ipodiscendenza significa che dobbiamo accogliere tutti quanti. Tutto il resto.>> "

"La negritudine era la freccia del tempo, la tribù in forte agitazione che si riuniva mentre la purezza sceglieva il proprio suicidio privilegiato. <<Segui la curva. E'solo una questione di tempo e tutti in America saranno neri.>>"

Questa macchina talvolta funziona tramite la legge scritta. Nella sua forma peggiore, quella della schiavitù, è solo echeggiata in alcuni passi. In altri viene ricordato il divieto (valido ancora nei primi anni di ambientazione del romanzo) di contrarre matrimoni "misti" o quelli di frequentare alcuni luoghi pubblici.
Per esempio:
"Delia è sulla linea A quando vede il titolo. Secondo la legge non è un treno per negri, ma la legge arriva sempre seconda."

Una volta abolite le leggi responsabili esplicitamente della discriminazione, la macchina stato-società americana è ancora in grado di riprodurla tramite dei meccanismi profondi ed "impliciti". L'effetto del lavoro della macchina è per esempio riportato in questo passo:
    "<<Come fai a suonare quella merda ingioiellata mentre la tua gente (i neri, n.d.r) non riesce neppure a trovare un lavoro, per non parlare poi di un minimo di tutela da parte della legge? Tu fai il gioco di quelli che tengono il potere (i bianchi, n.d.r), degli oppressori...>"

Per esempio nel caso della morte della madre, nera, archiviata come incidente dopo sommarie indagini:
"<<Non hai bisogno di sapere se qualcuno l'ha bruciata viva. Tutto quello che hai bisogno di sapere è se c'era qualcuno che lo desiderava. E la risposta a questa domanda ce l'hai già. Lo sai da quando avevi, diciamo, sei anni? Perciò al massimo qualcuno avrà fatto quello che tutti pensavano di fare. O forse no. Forse è morta di una morte senza razza.Forse le caldaie esplodono. Non lo sai, non puoi saperlo e non lo saprai mai. Ecco cosa vuol dire essere nero in questo paese. Non saprai mai nulla. Quando ti danno il resto e non te lo mettono in mano? uando attraversano la strada a un isolato di distanza da te? Forse dovevano semplicemente attraversare la strada. Quello che sai per certo è che tutti ti odiano. Ti odiano per averli colti a mentire su tutto quello che hanno sempre pensato di se stessi.>>"

o nella carriera musicale di uno dei protagonisti:
"Il punto era che l'establishment culturale bianco stava cercando di crocifiggere un bravissimo cantante nero non perchè era troppo giovane per cantare il maestro, ma perchè era troppo innovativo"
 
A volte la macchina stato-società ha bisogno di intervenire di nuovo direttamente con la polizia per soffocare le rivolte dei neri ed impedire che portino ad uno sconvolgimento delle relazioni sociali. I protagonisti, per esempio, si trovano nella rivolta di Watts, California, nell'agosto 1965:
"<< La polizia stava concentrando le proprie forze per cercare di evitare che la violenza si propagasse ai quartieri bianchi.>>"

Oppure in occasione della rivolta di Los Angeles del 1992:
"La guardia nazionale si radunò sulle teste di ponte ma non poterono farsi avanti per scarsità di munizioni"